giovedì 14 ottobre 2010

COME GLI ALTRI TI VOGLIONO

Già da piccolo mi sembrava difficile la vita. Figuriamoci ora.

Impara ad attraversare la strada, prima. Ora, impara a nascondere l’insicurezza, impara a infondere fiducia, impara a curare la tua apparenza, impara a sorridere come se ti venisse spontaneo, impara a vendere te stesso, impara a svegliarti presto la mattina e fregare il mondo … insomma impara a far il bravo! Ma cosa significa? Mai capito. Questo significa far carriera bello mio! Poi ci sono i corsi motivazionali , aziendali o privati, a darti sostegno. Bisogna essere egoisti, egocentrici, entusiasti e ottimisti. Bisogna imparare ad essere qualcuno ed avere rispetto. Impara a vivere!

Nietzsche, colui che ha annunciato l’avvento del nichilismo che avrebbe influenzato fortemente la cultura che attualmente viviamo, invitava a diventare se stessi, “diventa ciò che sei!”

Ora mi chiedo, che fine ha fatto quel famoso oracolo di Delfi, tanto bello quanto essenziale, “conosci te stesso”? oggi nessuno si dà cura di conoscere se stesso, né tanto meno di realizzare ciò per cui è nato, così da raggiungere la felicità, che i Greci chiamavano “eudaimonia”(il demone che vive dentro di te) e la riferivano a chi realizzava il proprio demone, che era la propria specifica virtù, Socrate parlava spesso del proprio demone e, soprattutto, parlava spesso col proprio demone, che gli permetteva di conoscersi.

Oggi, abbiamo rinunciato ad essere noi stessi e siamo diventati delle pure e semplici risposte agli altri. Attenzione! Non per altruismo ma per venderci meglio, così come l’industriale cerca di intercettare i bisogni del consumatore per vendere i propri prodotti. Questo processo di progressiva mercificazione ci ha portato a mercificare anche noi stessi. E se lasciamo ai bordi della società chi mercifica il proprio corpo, poniamo al centro chi mercifica per intero se stesso, pur di acquisire quella posizione di potere che gli consente di guardare dall’alto i propri simili, senza poter più riconoscere i lineamenti del proprio volto, così falso da renderlo a se stesso irriconoscibile.

E siccome alle sue spalle altri incalzano, la contraffazione di sé e la propria mercificazione non hanno limiti in quel percorso senza fine dove crolla ogni morale, perché la domanda che ci poniamo non è più “mi è lecito compiere quest’azione?” ma, ora, è: “Sono in grado di compiere quest’azione?”.

Al criterio del “promesso e proibito”, con cui l’umanità ha regolato se stessa a partire dalle tribù con i loro totem e tabù, si è sostituito il criterio del “possibile e impossibile”, dove per raggiungere l’impossibile, in termini di efficienza, produttività e funzionalità, performance spinte non si rinuncia né alla cocaina e né agli psicofarmaci. Questa nuova morale dove non ci si chiede più se mi è consentito compiere questa azione, ma se sono in grado di compierla o meno, crea ansia e stress, non come un tempo da sensi di colpa, ma da un senso di insufficienza, dove la nostra identità, che non abbiamo curato, ma affidato al riconoscimento degli altri, corre il suo massimo rischio.

Concludo il concetto con un pensiero di Vidiadhar Naipaul, scrittore britannico,: “Non potevo più rassegnarmi al destino. Il mio destino non era di essere buono, secondo la nostra tradizione, ma di fare fortuna. Ma in che modo? Che cosa avevo da offrire? L'inquietudine cominciava a mangiarmi dentro”.

Domenico Fauceglia

2 commenti:

  1. non mi venire poi a dire che mi IO mi faccio le seghe mentali tanto da farmi venire mal di testa,perchè te non sei da meno..:D..comunque ti consiglierei di approfondire un pò(anzi tanto:;) meglio prima di accostare gli psicofarmaci alla cocaina.Tolto l'abuso che se ne fa in America,dove vengono prescritti davvero come caramelle,in genere chi li assume(sotto prescrizione psichiatrica),ha delle mere e proprie patologie mentali,più o meno gravi ma pur sempre patologie.Tantopiù che il cocainomane sceglie liberamente di assumere certe sostanze,mentre il depresso,lo schizzofrenico,colui che soffre di attacchi di panico..credo che ne farebbe volentieri a meno..
    bacio

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  2. no nn ho accostato le due sostanze...l'una coca serve diciamo per percepire meno la paura di affrontare le cose, difficile spiegare,,,dciamo che viene utilizzata per dare coraggio, l'altra per malattie, diciamo così, quindi quando il soggetto è gia abbattuto e si sente nel fallimento..preciso, perchè gli altri lo fanno sentire un fallimento...ma nn le ho accostate assolutamente...poi questo è il pelo nell'uovo ciò che volevo dire era altro..bacione

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